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Si è svolta nella giornata di giovedì scorso, 22 Dicembre, presso una gremita sala convegni del Centro Studi Silone a Pescina, la cerimonia di premiazione della XXV Edizione del Premio Internazionale Ignazio Silone, che ogni anno viene assegnato ad uno o più studenti delle scuole secondarie di secondo grado, italiane o straniere, per l’elaborazione di un tema sul pensiero e sull’opera dell’autore.

L’Istituto d’Istruzione Superiore Tecnico e Professionale Agrario “Arrigo Serpieri” di Avezzano ha risposto subito con entusiasmo all’iniziativa e l’alunno Damiano Giuliani, della classe 3AT, si è classificato quinto nella sezione “I Giovani e Ignazio Silone”.

Damiano, con il testo che ha presentato al concorso, ha voluto sottolineare come il pensiero di Silone sia permeato di un profondo sentimento di vero cristianesimo, pervaso di solidarietà e di aiuto reciproco, nella vibrante convinzione che solo restando unita l’umanità potrà salvarsi.

 

Nell’elaborato premiato, il giovane Giuliani del Serpieri, evidenziando la somiglianza tra i “cafoni” di allora ed i poveri del mondo di oggi, costretti a scappare nella speranza di una vita migliore, richiama, inoltre, le parole di un personaggio siloniano, quelle di donna Maria Vincenza al nipote Pietro Spina, tratte dal romanzo “Il seme sotto la neve”: «Nelle avversità di ogni genere che hai dovuto sopportare, tu non hai ceduto, perché non sei stato solo a resistere, ma nelle tue ossa han resistito con te i tuoi antenati. Pensa un po’, intere generazioni di zappaterra, di vignaiuoli, di aratori, gente sobria, indurita dalle intemperie e dalle fatiche».

Ha partecipato alla cerimonia il Dirigente Scolastico del Serpieri, Francesco Di Girolamo, che ha espresso sentimenti di orgoglio e di soddisfazione per il lavoro svolto dall’Istituto Agrario e per l’importante riconoscimento ottenuto dallo studente della classe 3AT di Avezzano: Damiano Giuliani, infatti, nel proprio pregevole tema, ha saputo delineare i cardini del grande pensiero di Silone, il quale – come si legge nell’elaborato vincitore del quinto premio –  “attraverso l’unico strumento che possedeva, la scrittura, ha voluto raccontare l’assurda condizione umana, sociale, economica e politica che opprimeva tanti emarginati di allora”.